Di origine asiatica sono uno dei frutti più antichi e conosciuti dall’uomo.
Le prime testimonianze risalgono già ai tempi d’oro dell’ Egitto (ca.2630 a.C. – 2510 a.C) che consideravano questo albero sacro e dedicato ad Hathor una divinità della mitologia egiziana, dea dell,amore e della gioia.
i Greci consideravano il frutto di quest’albero come un vero stimolatore erotico e dell’ intelligenza per cui anche tutti i filosofi dell’epoca ne andavano ghiotti. Platone (428 a.C. 347 a.C) pensava che “erano degni di nutrire oratori e filosofi”
In seguito con l’espansione dell’impero romano intorno all’ anno 146 a.C. e la conquista della Gallia, Macedonia, Cartagine, Spagna e Africa si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo per via della facilità di riproduzione e dell’ adattamento a climi miti e temperati. I romani attribuivano a questa pianta un valore positivo in quanto veniva associato a fertilità e benessere dato che un solo frutto può contenere fino a seicento semi ma forse non tutti sanno che il suo vero frutto è, in realtà, contenuto all’interno di quello che noi chiamiamo frutto e che solitamente mangiamo. Quello che comunemente viene ritenuto il frutto del fico è in realtà una grossa infruttescenza (insieme di frutti) carnosa, ricca di zuccheri a maturità, detta siconio, di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo.
Oggi alcune varietà possono produrre due tipi di frutti, i primi si raccolgono a maggio giugno e sono chiamati i “fioroni”, sono generalmente di grossa pezzatura, mentre la seconda produzione, detti “fichi veri”, si raccolgono ad agosto-settembre e sono di pezzatura inferiore rispetto ai fioroni.
Oggi il fico ha conquistato l’intero bacino del Mediterraneo e le ricette per gustarli sono molteplici.
Il top è mangiarli “sotto l’albero” appena raccolti, ma possono essere anche gustati con prosciutto crudo, salami a fetta larga, conditi con limone e pepe.
Si possono ottenere delle ottime confetture, sbucciandoli e facendoli cuocere lentamente per circa un ora, in un bel pentolone con dello zucchero e della scorza di limone grattugiata avendo cura di mescolarli lentamente e frequentemente, in seguito far riposare per dodici ore e ripetere la cottura per un altra ora. quando sarà freddo il composto, metterlo nei vasetti ,chiudere e sterilizzarli dandogli un bollore a bagnomaria per 10 minuti.
appena dopo raccolti possono essere essiccati al sole,,,,,,,
i fichi secchi più nutrienti e completi. Ricchi di fibre sia solubili che insolubili bloccano la fame, riducono il rischio di malattie cardiache e croniche come diabete, migliorano le attività intestinali, per la quantità di calcio contenuto, riducono il rischio di osteoporosi, il potassio contenuto contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna e sono una buona fonte di ferro.
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